Tutto quello che abbiamo lasciato by Bushra Al-Maqtari

Tutto quello che abbiamo lasciato by Bushra Al-Maqtari

autore:Bushra Al-Maqtari [al-Maqtari, Bushra]
La lingua: ita
Format: epub
editore: LUISS University Press
pubblicato: 2024-07-16T09:38:24+00:00


2. In Yemen è una carica amministrativa, una sorta di sindaco di quartiere (N.d.T.).

3. Il carcere di al-Zaydiyya si trova nel governatorato di Hodeida.

4. Mushrifun: membri del movimento houthi presenti in ogni istituzione del Paese come controllori. Il loro potere nelle zone controllate dagli houthi cresce continuamente.

Avresti adorato mia mamma

Sono passati tre mesi da quando sono andata via dal quartiere di al-Jumhuri.1 Ricordo bene la nostra vita lì. Eravamo una famiglia felice. La mamma era diventata l’unico punto di riferimento dopo la morte di nostro padre, quando eravamo ancora dei bambini. Tutto è cambiato quando gli scontri sono arrivati anche nella nostra città. Il nostro quartiere è diventato un fronte di guerra e di odio. Le bombe della milizia ci cadevano addosso dalla collina di al-Silal,2 dal Sofitel e dalla sede del partito del Congresso generale del popolo.3 La resistenza, stanziatasi nella sa’ila,4 rispondeva con altre bombe che illuminavano il cielo o con missili che si schiantavano sulle case circostanti, come se, per usare le parole di mia zia, chi lanciava gli ordigni dicesse loro: “Va’ pure, ovunque tu cada non importa”.

A mia mamma non piaceva l’idea di scappare, ma quando una bomba ha centrato la nostra casa facendo crollare i muri del bagno, acconsentì a rifugiarci a casa della zia, dove poi siamo rimasti un po’ di mesi, prima che un’altra bomba colpisse anche la casa della zia mandandola in fiamme. Quel giorno, mia mamma insistette per tornare a casa: “Ascoltate bene, ragazzi. Sono stanca di fuggire, rimarremo a casa nostra, qualsiasi cosa succeda”, disse. Gli ordigni continuavano a cadere sulla nostra zona, e noi bambini ci accucciavamo impauriti intorno alla mamma, la sua presenza ci faceva sentire forti. Intanto arrivavano altre bombe, e noi ci nascondevamo nella grande sala, l’unico posto sicuro della casa. Ci riparavamo tutti lì, io e le mie sorelle, aspettando che finisse il bombardamento; noi non avevamo una cantina, come gli altri. La guerra, però, non ci dava tregua, ci inseguiva e poi si è presa la cosa più cara che avessimo. All’alba di quel giorno, la nostra vita cambiò per sempre. Non avevamo più una casa, niente sarebbe stato come prima. (Piange).

Quella notte eravamo svegli. Mia zia Karima e le figlie ormai stavano con noi, dopo che la loro casa era stata distrutta e incendiata da una bomba. Mia madre era felice di avere vicino la sorella. Lo ricordo come se fosse ora, indossava una vestaglia rossa, con delle rose grigie ricamate. La casa si riempiva delle loro risate. Le lasciai per andare in camera mia, sentivo ancora le loro risate quando stavo passando per la grande sala, veniva da ridere anche a me. Non ricordo esattamente quando quelle risate si trasformarono in urla, pianti e gemiti. Ci provo a ricordarlo, ma non ci riesco mai. Forse erano le due e mezzo di notte, quando sentii mia zia e le figlie lamentarsi e mio fratello Ammar gridare. Corsi in preda al panico, vidi mia madre in una pozza di sangue, una parte della testa schiacciata alla parete di fronte.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.